LA STORIA DI DON GIOVANNI - CARMINA BURANA
LA STORIA DI DON GIOVANNI - CARMINA BURANA - venerdì 9 settembre - ore 21:00
Teatro di Caronno Varesino (VA)
LA STORIA DI DON GIOVANNI
testo liberamente tratto da "La storia di Don Giovanni raccontata da Alessandro Baricco"
Musiche di scena: "Carmina Burana" di Carl Orff
Eseguono:
Choro Lauda Sion: direttore Francesco Barbuto
Coro di Officine Musicali: direttore Dario Monticelli
Vox Aurae Gospel Choir: direttore Luca Pasqua
Corale Stefanese: direttore Fabio Prina
Vox Aurae Wind Ensemble: direttore Luca Pasqua
Voci narranti:
Ettore Cibelli, Gina Mariano, Roberto Piano
Action Painting: Fabrizio Vendramin
Regia: Ettore Cibelli
INGRESSO GRATUITO
Ripreso, modificato, stravolto in infinite varianti: da più di quattro secoli il mito di Don Giovanni affascina e seduce. E’ stato così anche per le associazioni che collaborano in rete per questo progetto unico: Choro Lauda Sion di Caronno Varesino (VA), Officine Musicali di Uboldo (VA), Corale Stefanese di Santo Stefano Ticino (MI) e Vox Aurae di Arese (MI). Don Giovanni: un uomo dalla vita pazza e dalla morte coraggiosa. Un uomo che amava troppo le donne per volerne una sola. Don Giovanni e il suo servo fedele – Leporello – sono i protagonisti di una storia che viene da un tempo lontano e scuro, come lontani e scuri sono i canti che compongono la raccolta Carmina Burana, musicata da Carl Orff. Il libertino dissoluto, i suoi amori, le sue avventure, i suoi duelli si incrociano alla perfezione con le ritmiche incalzanti, alle schermaglie goliardiche e ai cori da taverna dei Carmina. L’alternanza dei brani musicali scandisce il tempo della vita di Don Giovanni così come le note di O Fortuna, il brano più cardine dei Carmina Burana, aprono e chiudono lo spettacolo, evocando la ciclicità del destino umano e dell’arte che lo racconta e tramanda ai posteri. La storia narrata è un dialogo che viene da quando la gente raccontava a voce e la morte era più vicina, appena a un soffio dalla vita, quella vita a cui Don Giovanni si aggrappa più di chiunque altro. Tirso de Molina (1579 - 1648), frate e drammaturgo madrileno attivo durante il siglo de oro, lo dipinge come un nobile rampollo, un giovane la cui unica occupazione consiste nell’escogitare sempre nuovi travestimenti e inganni per sedurre e abbandonare malcapitate fanciulle, senza alcun timore di dover un giorno pagare per questo suo comportamento. Il vero peccato di Don Giovanni per. non sta nel suo comportamento irrispettoso, bensì nel pensare impunemente che come con la giustizia terrena, dove forte dei suoi privilegi riesce sempre ad avere la meglio, anche con quella divina potrà al momento opportuno trovare un modo per salvarsi. Forse Don Giovanni è stato un uomo in carne e ossa e la sua vicenda è girata di bocca in bocca e si è trasformata come in un telefono senza fili, diventando brillante e a tratti perfino comica. La figura che ne emerge è quella di un simpatico, svergognato seduttore di donne, accompagnato da un fido scudiero popolare che lo ammira, lo teme e lo condanna. La recitazione si alterna alla musica in una vera e propria danza che tocca tutti i colori della storia di Don Giovanni, dal poetico all'avventuroso, dal magico al sanguigno, dalla vita alla morte.