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Intervista a Ida Panaro

Vi proponiamo una piccola intervista a Ida. Buona lettura

Pochi giorni fa Officine Musicali vi ha consigliato "Bammenella": un bel cd appena pubblicato da Ida Panaro, dove, tra l'altro, hanno collaborato alcuni amici di Officine Musicali.

Vista l’ottima accoglienza di questo primo album, ci poniamo una domanda: come mai non ha esordito prima discograficamente? 

<<In realtà, fino a poco tempo fa non pensavo nemmeno di realizzarlo, un disco. Era solo nel campo delle ipotesi ed è arrivato credo al momento giusto, quando qualcuno (e in particolare il maestro Giuseppe Emmanuele, che ha arrangiato tutti i brani) ha creduto fossi all’altezza dell’impresa. Non essendo una cantante di professione, l’album è arrivato come ‘ciliegina sulla torta’ di un percorso, di un interesse, di una passione>>.

Dalle note di copertina sappiamo che è particolarmente legata al brano “Bammenella”, che dà il nome al cd: è solo perché è uno dei pochi brani napoletani al femminile o ci sono anche altri motivi? 

<<È vero, questo brano esercita su di me un fascino particolare. Non tanto da un punto di vista vocale. Sì, è uno dei pochi scritti per voce femminile, ma a conquistarmi sono soprattutto la struttura e la qualità della canzone, la storia che racconta attraverso i versi di Raffaele Viviani e l’eroicità della figura di Bammenella: una donna coraggiosa e consapevole, capace di amare in maniera lucida e assoluta. Pur riconoscendo tutti i limiti e le mancanze dell’uomo che ama (e che la sfrutta), decide di rimanergli sempre accanto.  E nel momento in cui lui si ammala e rischia di essere arrestato, gli dice di non avere paura: io sono qui, per te>>

L’album esce in un momento molto difficile per la musica. Pur apprezzando il coraggio di pubblicarlo in un contesto così complicato, avremo prima o poi la possibilità di gustarci una presentazione dal vivo?

<<Non vedo l’ora. Sarebbe la cosa più giusta e naturale, oltre che un’occasione molto piacevole. Il cd ha messo un punto in un percorso che dura da anni, ma mi auguro di poterlo presto presentare e raccontare dal vivo>> .

Perché una città come Napoli, ricca di cultura, arte e storia, è spesso considerata una delle “cenerentole” d’Italia? 

<<Napoli ha sicuramente tanti problemi, che partono da lontano. Ma dal punto di vista culturale non è affatto una città depressa, anche in virtù della sua ricca tradizione. Nel ‘700 aveva un gran numero di conservatori ed era culla di artisti straordinari. I Borboni, re di Napoli, erano interessati all’arte al pari delle maggiori case regnanti d’Europa. Quel patrimonio non si è mai disperso, è ancora vivo e pulsante. Arte e musica sono ovunque ben rappresentate e vissute>>.

C’è qualcosa che non le ho chiesto e che vorrebbe sottolineare?

<<Dal punto di vista musicale, quest’album ha qualcosa di speciale, una scelta stilistica che accomuna tutti i brani, un fil rouge che li attraversa: è un gusto insieme arioso, armonioso e colorato. La maggior parte dei dodici brani sono canzoni d’amore, talvolta non corrisposto, spesso con accenti drammatici. Sarebbe stato facile cadere nello stereotipo, assecondando negli accompagnamenti la drammaticità dei testi. Giuseppe Emmanuele, che li ha arrangiati e orchestrati ex novo, è invece riuscito a essere lieve e antiretorico. E’ una musica importante, che sostiene le parole ma non indulge nel melodramma>>.