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Ciao Raoul

Raoul Casadei è morto: era ricoverato da martedì per Covid. Il musicista aveva 83 anni: nel suo repertorio «Romagna mia» e «Ciao mare»

È morto Raoul Casadei, il re del ballo liscio: aveva 83 anni, era ricoverato da martedì 2 marzo all’ospedale Bufalini di Cesena per Covid.

Il compositore, che aveva fatto ballare e innamorare generazioni di italiani con successi come «Romagna mia» , «Ciao mare» e «Simpatia», si era contagiato come gran parte della famiglia, che si trova ancora in quarantena fiduciaria nel «recinto Casadei».

Nell’ultima intervista rilasciata al Corriere — dove ribadiva di essere l’inventore della stessa parola «liscio» — Casadei aveva proprio raccontato della sua vita nel «recinto» — così lo definiva — a Villamarina di Cesenatico: «È la cosa più bella della mia vita», l’aveva definito», «dove viviamo in tanti: le mie figlie con i fidanzati, mio figlio Mirko, che è già nonno; mangiamo spesso insieme, coltivo l’orto per tutti, faccio il vino biologico e vado a prendere il pesce dalle barche».

«Ho ereditato l’Orchestra da mio zio Secondo e l’ho lasciata a mio figlio Mirko», aveva aggiunto, parlando della sua musica: mentre, parlando dei suoi «vizi» (il fumo di pipa e sigaro e la passione per il vino) aveva sorriso: «Ma questi sono vizi belli! Fumo il sigaro toscano, bevo una grappina e il Sangiovese da 14 gradi di mia produzione. Faccio un’ora di ginnastica tutte le mattine mentre ascolto “Prima Pagina”, il programma delle 7.15 su Radio 3. Quindi, faccio un’ora di nuoto».

«È veramente con grande tristezza che apprendo della scomparsa di Raoul Casadei», ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. «Con lui se ne va uno straordinario personaggio, un compositore che con grande professionalità ha portato in Italia e nel mondo un messaggio musicale profondamente radicato nella tradizione, legato all’allegria e alla voglia di vivere fino a diventare uno dei simboli, un ambasciatore della sua e nostra terra. Voglio esprimere il più sincero cordoglio ai suoi familiari, anche a nome dell’intera comunità emiliano-romagnola. Sono certo che il nostro Raoul continuerà a vivere nella sua musica, e noi non dimenticheremo colui che per noi sarà sempre il Re del liscio».

Fonte Corriere della Sera